Intervento di Sandra Zampa al “Spose bambine come fenomeno globale” alla Camera dei Deputati il 23 giugno 2015
Desidero innanzitutto ringraziare per l’invito che mi è stato rivolto a partecipare, in qualità di Vice presidente della Commissioone bicamerale Infanzia e Adolescenza, a questo importante momento di confronto e approfondimento sul fenomeno delle spose e madri bambine.
Invisibili, dimenticati, sfruttati…. Lo stato dell’Infanzia nel mondo offre un quadro disperato, aggravato, ove possibile, dalla crisi economica finanziaria che ha colpito anche i paesi più sviluppati, dai conflitti sempre nuovi nel continente africano, dal terrorismo. Abbiamo ancora tutti davanti agli occhi l’orrore a cui l’Isis ha sottoposto bambine e bambini, adolescenti inermi e innocenti.
Fatti drammatici che l’ONU ha denunciato in un rapporto senza produrre però una reazione commisurata nell’opinione pubblica, che in piccola parte ne è venuta a conoscenza, ma che non hanno trovato neppure una risposta adeguata nelle istituzioni. Conosciamo bene invece la situazione dei minori stranieri non accompagnati che arrivano da noi in Italia e in Europa.
Più volte, nel richiamare l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica, ho definito i minori stranieri non accompagnati “ultimi tra gli ultimi” ed è sconcertante dover dire che esiste chi, tra i minori, ha un destino anche peggiore. Le così dette spose e madri bambine. Circa 100 milioni di adolescenti nel prossimo decennio, nei paesi in via di sviluppo, saranno costrette a sposarsi prima di aver compiuto i 18 anni e questo nonostante l’età media al momento delle nozze tenda ovunque ad innalzarsi. Vittime di violenze spesso di familiari, vendute per la riscossione del ‘prezzo della sposa’, destinate e vivere recluse, distanti dalle loro coetanee, oppresse come schiave, madri all’età di essere figlie, sono oltre 20.000 le spose bambine, ossia 7,3 milioni all’anno, che ogni giorno mettono al mondo un figlio. Di queste circa 2 milioni hanno meno di 15 anni.
I numeri di questo fenomeno che riguarda, anche se in modo diverso, paesi come l’Argentina o gli Stati Uniti, sono molto più che preoccupanti.
Ogni anno muoiono 70 mila adolescenti che per complicanze legate alla gravidanza, poiché il loro giovane corpo non è pronto alla maternità. E sono 3,2 milioni gli aborti a rischio. Il 95% delle nascite da madri adolescenti si verifica nei paesi in via di sviluppo, dove d’altronde si concentra l’88% di tutta la popolazione adolescente. Ma anche nei paesi cosiddetti sviluppati capita alle ragazze di rimanere incinta: ci sono 680 mila adolescenti madri ogni anno, la metà delle quali negli Stati Uniti.
Le cause sono note e sono sempre le stesse, responsabili di ogni negazione dei diritti umani: povertà, ignoranza, arretratezza culturale.
Dinnanzi a questo vero e proprio scempio della vita umana nessuno può sentirsi esente, poiché ognuno di noi è parte della stessa umanità, ma è soprattutto e in primo luogo la politica che deve intervenire promuovendo e sostenendo con ogni mezzo azioni di contrasto a questo fenomeno che non solo interpella le nostre coscienze, ma incide in modo significativo sulla crescita dei paesi. Una ragazza che ha un bambino da piccola diventa immediatamente una persona che può offrire molto meno alla propria comunità oltre che a se stessa. Viene emarginata, costretta ai lavori più umili, abbandona la scuola, si ammala più facilmente. La Banca mondiale ha calcolato che, negli Usa, le gravidanze tra adolescenti fanno perdere un punto di PIL. A nessuno conviene che questo stato di cose non muti radicalmente.
Non è una questione tra donne, così come l’Infanzia e l’Adolescenza non è questione per madri o amanti della pedagogia. E’ una questione di futuro dell’umanità, una questione che riguarda tutti e ciascuno di noi.
Grazie